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Depressione maggiore nei malati di cancro: l’efficacia di programmi di trattamento integrati in tre studi pubblicati su The Lancet - Depressione maggiore nei malati di cancro: l’efficacia di programmi di trattamento integrati in tre studi pubblicati su The Lancet

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Depressione maggiore nei malati di cancro: l’efficacia di programmi di trattamento integrati in tre studi pubblicati su The Lancet

La depressione maggiore è una importante complicanza del cancro. Il rischio di depressione si è dimostrato da due a tre volte maggiore nei pazienti con cancro rispetto alla popolazione generale , e contribuisce a peggiorare la qualità di vita del malato  e ad aumentare il rischio di suicidio in alcuni individui . Fattori neurobiologici possono giocare un ruolo nel collegamento tra cancro e depressione, ma le evidenze suggeriscono che la depressione in questa popolazione rappresenta un modello comune di disagio che deriva dall'interazione tra diversi fattori di rischio e vulnerabilità. The Lancet, The Lancet Oncology, and The Lancet Psychiatry hanno appena pubblicato una serie di tre articoli sulla depressione nelle persone con il cancro.

Grazie a uno screening di oltre 20.000 pazienti, gli Autori del primo studio sono stati in grado di stimare su un ampio campione clinico rappresentativo la prevalenza della depressione maggiore tra i pazienti oncologici, l'associazione tra la depressione e le variabili demografiche e cliniche e la percentuale di pazienti depressi con tumore che ricevono un trattamento potenzialmente efficace per la depressione.

Il team di ricercatori ha analizzato i dati provenienti da pazienti con cancro della mammella, del polmone, del colon-retto, tumore genito-urinario e ginecologico che avevano partecipato a screening di routine per la depressione in cliniche per il cancro in Scozia e nel Regno Unito tra il 12 maggio 2008 e il 24 agosto 2011. Lo screening per la depressione si è svolto in due fasi (prima, Hospital Anxiety and Depression Scale, poi, major depression section of the Structured Clinical Interview for the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, quarta edizione). I dati sulla depressione sono stati collegati con i dati demografici e clinici ottenuti dallo Scottish National Cancer Registry.

Complessivamente sono stati analizzati i dati di 21.151 pazienti. La prevalenza di depressione maggiore è stata più alta nei pazienti con cancro del polmone (13 1%, 95% CI 11 9-14 2%), seguita dal cancro ginecologico (10 9%, 9 8-12 1), dal cancro al seno (9 3%, 8 7-10 0), dal cancro del colon-retto (7 0%, 6 1-8 0), e dal cancro urogenitale (5 6%, 4 5-6 7). All'interno di questi raggruppamenti di cancro, una diagnosi di depressione maggiore era più comune in pazienti più giovani, con punteggi più bassi di privazione sociale, e, per il cancro del polmone e il cancro del colon-retto, in pazienti di sesso femminile. 1130 (73%) dei 1538 pazienti con depressione e dati di trattamento completi riferiti dai pazienti non ricevevano un trattamento potenzialmente efficace.

Gli Autori hanno concluso che la depressione è comune nei pazienti che frequentano le cliniche per il cancro e nella maggior parte dei casi è sotto-trattata. Esiste quindi una pressante necessità di migliorare la gestione della depressione maggiore nei pazienti che frequentano i servizi oncologici specialistici.

“Nel corso degli ultimi decenni – scrive Gary Rodin (Department of Psychosocial Oncology and Palliative Care, PrincessMargaret Cancer Centre, University Health Network, Toronto, Canada) in un commento che accompagna la pubblicazione dei tre studi – sono stati fatti progressi sostanziali nel trattamento del cancro, ma l’attenzione ai sintomi fisici e psicologici di questa malattia e al loro trattamento non è stata prioritaria in ambito clinico. Per far fronte a questa carenza, alcune strutture di assistenza hanno stabilito che lo screening routinario del disagio diventasse uno standard negli schemi di trattamento del cancro. Tale screening, però, per essere clinicamente efficace, deve essere collegato a un valido programma di intervento. In altre popolazioni di malati, sono stati ottenuti risultati positivi nel trattamento della depressione con un approccio di cura collaborativo che collega i responsabili dei trattamenti o gli infermieri con i medici di assistenza primaria e gli psichiatri per fornire e regolare il trattamento psicologico o farmacologico, monitorare i risultati e garantire la conformità del trattamento”.

Sharpe e colleghi hanno sviluppato un intervento collaborativo di assistenza per la depressione che comprende il trattamento con farmaci antidepressivi e il trattamento psicologico e mette a disposizione di ogni paziente un contatto con una struttura di assistenza formata nella terapia problem-solving e nell’attivazione comportamentale, con un medico di base, uno psichiatra, e un collegamento con l’oncologo del paziente.

Lo studio SMaRT Oncology-2, un trial multicentrico di efficacia controllato e randomizzato a gruppi paralleli, ha confrontato l'efficacia di questo programma rispetto alle cure tradizionali. I pazienti trattati con il programma integrato hanno riportato minore depressione e ansia, livelli più bassi di dolore e fatica e una migliore qualità della vita. SMaRT Oncology-3 descrive i risultati dello stesso programma di trattamento in un gruppo di pazienti con prognosi infausta e segnala anche in questo caso una maggiore efficacia rispetto alla terapia tradizionale.

Nello studio Smart Oncology – 2, sono stati arruolati pazienti ambulatoriali con depressione maggiore in tre centri oncologici e dalle cliniche associate in Scozia. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 1: 1 al programma integrato o alle cure tradizionali, con stratificazione (per centro dello studio) e minimizzazione (per età, cancro primario e sesso), con occultamento dell’assegnazione. Il primo è un intervento collaborativo, multicomponente che viene fornito sistematicamente da un team di infermieri oncologici e psichiatri in collaborazione con i medici di assistenza primaria. La cura tradizionale è fornita da medici di assistenza primaria. I dati di outcome sono stati raccolti in 48 settimane. L'outcome primario era la risposta al trattamento (riduzione ≥50% nel punteggio Symptom Checklist Depression Scale [SCL-20], range 0-4) a 24 settimane. Agli statistici dello studio e al personale che ha raccolto i dati l'assegnazione al trattamento è stata occultata, ma ai partecipanti non poteva essere occultata. Le analisi sono state intention-to-treat.

Sono stati arruolati 500 partecipanti tra il 12 maggio 2008 e il 13 maggio 2011; 253 sono stati assegnati in modo casuale alla cura della depressione per le persone con il cancro e 247 alla cura usuale. Hanno risposto al trattamento 143 (62%) su 231 partecipanti del primo gruppo e 40 (17%) su 231 del secondo: differenza assoluta del 45% (95% CI 37-53), odds ratio aggiustata 8 5 (95% CI 5-13 5 4), p <0 0001. Rispetto ai pazienti del gruppo trattato con la cura tradizionale, i partecipanti assegnati al programma integrato hanno evidenziato anche minore depressione, ansia, dolore e fatica; salute e qualità della vita migliori, e qualità percepita delle cure per la depressione in tutte le visite (tutti p <0 05). Durante lo studio, si sono registrate 34 morti per cancro (19 nel primo gruppo, 15 nel secondo), un paziente del primo gruppo è stato ricoverato in un reparto psichiatrico, e uno ha tentato il suicidio. Nessuno di questi eventi è stato giudicato correlato ai trattamenti o alle procedure degli studi.

I ricercatori hanno quindi concluso che il programma integrato di cura della depressione per le persone con il cancro è un trattamento efficace per la depressione maggiore nei pazienti con cancro e offre un modello per il trattamento della comorbidità della depressione con altre condizioni patologiche.

Lo studio Smart Oncology- 3, un trial multicentrico controllato randomizzato in pazienti con cancro del polmone, ha arruolato pazienti con cancro del polmone e depressione maggiore in tre centri oncologici e nelle cliniche associate in Scozia.

Sono stati reclutati 142 partecipanti tra il 5 gennaio 2009 e il 9 settembre 2011; 68 sono stati assegnati in modo casuale alla cura della depressione per le persone con cancro del polmone e 74 alla cura abituale. 43 (30%) dei 142 pazienti erano morti dopo 32 settimane, tutti per cancro. Non si sono verificati gravi eventi avversi correlati all’intervento. 131 (92%) dei 142 pazienti hanno fornito dati di outcome (59 nel primo gruppo e 72 nel gruppo trattato con le cure usuali) e sono stati inclusi nell'analisi primaria intention-to-treat. La gravità media della depressione era significativamente più bassa nei pazienti assegnati alla cura integrata della depressione per le persone con cancro del polmone (media punteggio sul SCL-20 1 24 [SD 0 64]) rispetto a quelli assegnati alla terapia tradizionale (punteggio medio 1 61 [SD 0 58]); differenza -0 · 38 (95% CI -0 58 -0 18); differenza media standardizzata -0 62 (95% CI -0 94 a -0 29).

Il miglioramento auto-valutato della depressione, l'ansia, la qualità della vita, la qualità percepita delle cure e la percentuale di pazienti che hanno ottenuto una risposta al trattamento a 12 settimane erano significativamente migliori nel gruppo con trattamento integrato per la depressione rispetto al gruppo trattato con la cura tradizionale.

I risultati di tali suggeriscono, secondo gli Autori, che la depressione può essere trattata efficacemente nei pazienti con una prognosi sfavorevole di cancro e che i programmi integrati per la depressione nelle persone con cancro del polmone sono sostanzialmente più efficaci rispetto alle cure tradizionali.

Studi più ampi – aggiungono gli Autori – sono necessari per valutare l'efficacia e il rapporto costo-efficacia dei programmi di cura in queste popolazione di pazienti, e occorrerà un ulteriore adeguamento del trattamento per affrontare i bisogni insoddisfatti dei pazienti con depressione maggiore e speranza di vita ancora più breve.


Pubblicato il: 01 settembre 2014

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