OMS pubblica “World Health Statistics” sugli obiettivi di salute globale in 194 Paesi - OMS pubblica “World Health Statistics” sugli obiettivi di salute globale in 194 Paesi
OMS pubblica “World Health Statistics” sugli obiettivi di salute globale in 194 Paesi
Il 2015 è l’ultimo anno per il raggiungimento gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite (Millennium Development Goals - MDG), fissati nel 2000 per guidare gli sforzi mirati all’eradicazione della povertà a livello globale. Nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso disponibile sul proprio sito web il Report “World Health Statistics”, che valuta i progressi relativi agli obiettivi legati alla salute in ciascuno dei 194 Paesi per i quali sono disponibili statistiche sanitarie.
Pubblicato ogni anno a partire dal 2005, “World Health Statistics” rappresenta la fonte ufficiale delle informazioni sullo stato di salute della popolazione mondiale. Contiene i dati provenienti da 194 Paesi su una serie di indicatori di mortalità, di malattia e relativi ai sistemi sanitari, tra cui la speranza di vita, le morti per malattie, i servizi e trattamenti sanitari, gli investimenti in materia di salute, così come i comportamenti e i fattori di rischio per la salute.
I risultati contenuti nel Report ci dicono che, entro la fine di quest’anno, se il trend attuale non cambierà, il mondo avrà raggiunto obiettivi globali come la riduzione dell’infezione da HIV, malaria e tubercolosi e l’aumento del numero di persone che hanno accesso all’acqua potabile. Saranno inoltre stati fatti progressi significativi nell’accesso ai servizi sanitari di base e nella riduzione della denutrizione infantile e della mortalità materna e infantile.
“Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nell’ambito della salute pubblica sono stati buoni. Hanno permesso di focalizzare l’attenzione politica e di generare fondi assolutamente necessari per molti importanti problemi di salute pubblica”, ha affermato Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS. “Anche se i progressi sono stati incoraggianti, vi sono ancora ampi divari tra e all’interno dei Paesi. Il Report sottolinea la necessità di proseguire gli sforzi per garantire che le persone più vulnerabili del mondo abbiano accesso ai servizi sanitari”.
Per quanto riguarda la mortalità infantile, infatti, pur essendo stati fatti grandi progressi in tutto il mondo, con un tasso che si è dimezzato rispetto al 1990, bisognerà ancora lavorare per raggiungere l’obiettivo fissato di ridurre di due terzi il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni fra il 1990 e il 2015. Meno di un terzo di tutti i Paesi lo ha raggiunto o è sulla buona strada per raggiungerlo entro la fine di quest’anno. Attualmente solo 1 bambino africano con sospetta polmonite su 3 riceve antibiotici. Le principali cause della morte di bambini con età inferiore ai 5 anni sono rappresentate dalle complicazioni alla nascita pretermine, la polmonite, l’asfissia alla nascita e la diarrea.
Si è dimezzato anche, tra il 1990 e il 2013, il numero di donne morte a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto, ma l’obiettivo da raggiungere entro la fine di quest’anno è quello della riduzione del 75%. Il tasso di mortalità materna è sceso in ogni Regione. Tuttavia, 13 Paesi con alcuni dei più alti tassi al mondo hanno fatto pochi progressi nel ridurre queste morti in gran parte prevenibili. Nella Regione Africana dell’OMS, 1 donna su 4 che vuole prevenire o ritardare la gravidanza non ha accesso ai contraccettivi e solo una su 2 partorisce con il supporto di un assistente qualificato. Meno dei due terzi (64%) delle donne in tutto il mondo riceve il minimo raccomandato di 4 visite prenatali durante la gravidanza. La speranza di vita alla nascita è, però, aumentata di 6 anni sia per gli uomini e che per le donne a partire dal 1990.
Per quanto concerne l’obiettivo di bloccare la propagazione dell’HIV entro il 2015 e di cominciare a invertirne la tendenza attuale, si è passati da 3,4 milioni di nuovi casi di infezione segnalati nel 2001 a 2,1 milioni nel 2013. L’obiettivo rivisto di garantire l’accesso universale alle cure contro l’HIV a tutti coloro che ne abbiano bisogno sarà più impegnativo da raggiungere, in quanto le raccomandazioni dell’OMS hanno portato a numeri molto più alti di persone che necessitano di cure.
Stando al trend attuale, il mondo raggiungerà entro la fine del 2015 l’obiettivo di assicurare a 15 milioni di persone nei Paesi a basso e medio reddito la terapia antiretrovirale (ART). Alla fine del 2013, infatti, quasi 13 milioni di persone avevano ricevuto la terapia a livello globale e, di questi, 11,7 milioni vivevano nei Paesi a basso e medio reddito, che rappresentano il 37% delle persone HIV positive che vivono in questi Paesi.
Nel mese di settembre, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, i Paesi decideranno nuovi e ambiziosi obiettivi globali per il 2030, affrontando le sfide emergenti, tra cui i mutevoli fattori sociali e ambientali che influenzano la salute e il crescente impatto delle malattie non trasmissibili, come il diabete e le patologie cardiovascolari. Due terzi dei decessi in tutto il mondo, infatti, sono attualmente dovuti a malattie non trasmissibili. Emerge infine dal Report che oltre un terzo degli uomini adulti fuma, che a un quarto è stato riscontrato un aumento della pressione sanguigna e che il 15% delle donne in tutto il mondo è obeso. Meno del 5% della spesa pubblica totale è destinato alla sanità e l’età media delle persone che vivono nei Paesi a basso reddito è di 20 anni, mentre è di 40 anni nei Paesi ad alto reddito.
Il draft dell’agenda post-2015 propone 17 obiettivi, tra cui quello generale di salute che punta ad “assicurare una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età”.
Leggi la notizia sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Scarica il Report “World Health Statistics” 2015
Consulta la pagina dedicata ai dati del Global Health Observatory
Pubblicato il: 25 maggio 2015