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Prescrizione inappropriata di antibiotici sistemici a pazienti pediatrici: uno studio di coorte - Prescrizione inappropriata di antibiotici sistemici a pazienti pediatrici: uno studio di coorte

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Prescrizione inappropriata di antibiotici sistemici a pazienti pediatrici: uno studio di coorte

L’analisi del consumo di antibiotici in cinque differenti Paesi europei ha rivelato una elevatissima variabilità sia generale che per singoli gruppi di età che indica una diffusa mancanza di appropriatezza d’uso per questa classe di farmaci.  
Gli antibiotici sono tra i farmaci più prescritti in Europa. Il crescente sviluppo della resistenza antimicrobica da parte dei più comuni agenti patogeni rappresenta oggi una minaccia reale per la salute pubblica a livello globale. È ormai riconosciuto che l’utilizzo eccessivo e inappropriato degli antibiotici è il fattore determinante che ha portato a un vasto e rapido sviluppo di ceppi di batteri resistenti a questa classe di farmaci, che rende difficile il trattamento di una gamma sempre più ampia di infezioni abbastanza comuni e facili da contrarre.

A causa dell’elevata percentuale di infezioni respiratorie nell’età pediatrica, la prescrizione degli antibiotici è particolarmente comune nel trattamento delle malattie infantili. Tuttavia, spesso le patologie respiratorie infantili come mal di gola, otite media acuta, tosse acuta, sinusite, raffreddore e bronchite acuta sono prevalentemente causate da virus e non si risolvono con la terapia antibiotica. Pertanto, l’elevata prescrizione di antibiotici nella popolazione pediatrica è un indicatore riconosciuto di prescrizione inappropriata.

Un recente studio, pubblicato su BMC Pediatrics, ha confrontato la prescrizione ambulatoriale degli antibiotici sistemici a bambini e adolescenti di età compresa tra 0 e 18 anni, in Danimarca, Italia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito per gli anni 2005-2008, sulla base di un protocollo standardizzato per l'estrazione e l’analisi di dati di ciascun database. Particolare attenzione è stata rivolta alle differenze di utilizzo per età e ai diversi sottogruppi di antibiotici utilizzati nei vari paesi. Per valutare l'impatto del trattamento antibiotico nelle infezioni respiratorie virali soprattutto durante i mesi invernali, sul consumo totale, sono stati riportati i tassi di prescrizione relativi alle variazioni stagionali.

I dati sono stati recuperati da cinque database: uno di medicina generale (The Health Improvement Network (THIN), Regno Unito), uno delle dispensazioni farmaceutiche ambulatoriali (PHARMO, Paesi Bassi) e tre contenenti le prescrizioni (Aarhus University Hospital Database, Danimarca, German Pharmacoepidemiological Research Database –GePaRD-, Germania; banca dati regionale Emilia Romagna, Italia). Questi database elettronici coprono una popolazione totale di circa 23 milioni di persone. Tutti i database sono risultati conformi alle direttive dell'Unione Europea sull’uso di dati medici per la ricerca.
Lo studio di coorte è stato condotto in aperto tra Gennaio 2005 e Dicembre 2008, durante il periodo di follow-up, i soggetti della popolazione in studio potevano risultare in più di una categoria di età. Nell’analisi sono stati inclusi i bambini e gli adolescenti fino all'età di 18 anni e suddivisi nei seguenti gruppi di età: ≤ 4, 5-9, 10-14 e 15-18 anni.

L'utilizzo di antibiotici sistemici (Anatomical Therapeutic Chemical –ATC- Codice: J01) è stato misurato come tasso di prescrizione annuale (rapporto tra il numero di prescrizioni e 1.000 anni-persona). Come denominatore sono stati utilizzati gli anni persona piuttosto che gli individui, dato che non tutti i bambini potevano essere seguiti per un anno intero. I tassi di prescrizione sono stati scelti come principale esito di misura invece delle Defined Daily Doses (DDD) per tempo-persona, dato che il dosaggio degli antibiotici dipende dall'età e dal peso del paziente. I trends stagionali sono stati analizzati con i tassi di prescrizione mensili per 1.000 anni-persona. Per calcolare l’uso di antibiotici per principio attivo, è stato stimato il tasso di prescrizione annuale per 1.000 anni-persona, limitatamente al 2008 in quanto questo è stato l'anno in cui hanno contribuito alla raccolta dei dati tutte le banche dati.

Le prescrizioni ambulatoriali degli antibiotici sistemici sono state suddivise nei seguenti sottogruppi: tetracicline (J01AA), penicilline ad ampio spettro (J01CA, J01CR), penicilline a spettro ristretto (J01CE, J01CF), cefalosporine di seconda generazione (J01DC), cefalosporine di terza generazione (J01DD), sulfonamidi/trimetoprim (J01EB, J01EE, J01EA), macrolidi (J01FA) e nitrofurani (J01XE). Gli antibiotici meno frequenti sono stati raggruppati come “altri”. Per descrivere le differenze di distribuzione tra i sottogruppi di antibiotici nei diversi paesi, sono state calcolate le percentuali dei sottogruppi di antibiotici per fasce di età relativamente all’anno 2008.

Dai risultati è stato rilevato che il tasso di prescrizione annuale per il 2008 era maggiore in Emilia Romagna, con 957,2 prescrizioni per 1000 anni-persona, seguito dalla Germania (560,8), Regno Unito (555,2), Danimarca (481,0) e Paesi Bassi (294,2). Queste proporzioni sono confermate in tutto il periodo di osservazione, fermo restando che i dati provieni dall’Italia erano disponibili solo per il biennio 2007-2008.
Dai risultati dello studio è emerso che, in tutti e cinque i Paesi, la fascia di età con maggiori prescrizioni di antibiotici è stata quella tra gli 0 e i 4 anni, mentre minori prescrizioni si registrano nella fascia d’età tra 10 e 14 anni. In tutti i paesi analizzati,  ad eccezione della Danimarca, le penicilline ad ampio spettro rappresentano il più grande sottogruppo di antibiotici sistemici prescritti, con percentuali comprese tra il 23,8% in Germania e il 57,4% in Italia. La più ampia prescrizione di penicilline ad ampio spettro sono state osservate nei bambini al di sotto dei quattro anni, con una riduzione progressiva al crescere dell’età.  In Danimarca e in Olanda la prescrizione di cefalosporine è stata molto bassa, al contrario le cafalosporine di seconda e terza generazione sono state tra le più prescritte in Germania e in Italia. È stato osservato che l'utilizzo di macrolidi aumenta con l’aumentare dell'età e rappresenta il 20,7% del consumo totale in Italia, 20,3% in Germania, 16,0% nei Paesi Bassi, 12,5% nel Regno Unito e del 13,5% in Danimarca. L’utilizzo delle  tetracicline varia dallo 0,4% della Danimarca al 7,8% nel Regno Unito. In linea con i limiti di età, un uso rilevante di tetracicline è stato osservato solo sopra i dieci anni di età in tutti i cinque paesi. Dai dati provenienti da tutti i database analizzati, amoxicillina e claritromicina sono tra i 12 agenti con i tassi di prescrizione annui più elevati. In particolare, l’amoxicillina era in assoluto l’agente più comunemente prescritto (o tra i primi tre) .

Questo studio ha superato i limiti di precedenti pubblicazioni nel confronto delle prescrizioni di antibiotici in pediatria, facendo riferimento ad unico protocollo ed utilizzando le stesse misure di farmacoutilizzazione e prendendo in analisi ben cinque diversi paesi europei. I risultati riportati mostrano un’ampia variabilità prescrittiva degli antibiotici in età pediatrica in Europa. Inoltre, anche Il tasso di prescrizione di antibiotici per gruppi di età è risultato sostanzialmente diversificato, sia per quanto riguarda le prescrizioni totali che la distribuzione per sottogruppi di antibiotici, a conferma dell’inappropriatezza prescrittiva per questa tipologia di farmaci. Le penicilline a spettro ridotto costituiscono la percentuale più alta di antibiotici sistemici utilizzati in Danimarca, a differenza  degli  altri quattro paesi osservati, dove la maggiore incidenza di prescrizione è quella delle penicilline a ampio spettro , dato che conferma i risultati già pubblicati di studi effettuati in precedenza. Tuttavia, è da notare che, in generale le penicilline a ampio spettro formano il sottogruppo di antibiotico più frequentemente prescritto ai bambini di età uguale o inferiore ai quattro anni. Questo potrebbe essere dovuto al frequente uso di amoxicillina o all’uso combinato di amoxicillina e inibitore di enzima nel trattamento dell'otite media acuta, che mostra la più alta incidenza nei primi due anni di vita dei bambini.

In generale, i tassi annuali di prescrizione di antibiotici ed i picchi stagionali in Emilia Romagna sono stati più di tre volte superiori a quelli dei Paesi Bassi (il paese che ha registrato i più bassi tassi di prescrizione) e comunque nettamente superiori a quelli della Germania, il secondo paese per utilizzo di antibiotici.

Nell’articolo gli autori ipotizzano che l’elevata prescrizione di antibiotici negli ambulatori pediatrici in Italia, rispetto agli altri paesi, potrebbe essere correlata alle differenze storiche, culturali ed ai fattori sociali tra i diversi paesi. Finora, le ragioni che portano a forti variazioni di uso di antibiotici tra i paesi europei, non sono ancora state pienamente ricercate. Tuttavia, studi precedenti suggeriscono che la consapevolezza della resistenza agli antibiotici e dell’inadeguatezza degli antibiotici nel trattamento delle infezioni virali, è scarsa tra i pazienti italiani. Inoltre i pediatri italiani dichiarano che molto spesso i genitori di bambini con infezioni del tratto respiratorio, aspettano di ricevere una prescrizione antibiotica.

Questi dati confermano che l’efficacia della comunicazione e la correttezza dell’informazione, unitamente all’impegno nello sviluppo di nuovi antibiotici, rappresentano una vera responsabilità per le Istituzioni per la promozione e la tutela della salute dei pazienti.Per questi motivi l’AIFA è da tempo impegnata nella promozione di iniziative di comunicazione volte a sensibilizzare la popolazione generale sull’uso razionale degli antibiotici (vai alla sezione “campagne di comunicazione” sul sito dell’Agenzia).

I dati dell’ultimo rapporto su “L’uso dei farmaci in Italia 2013” realizzato da l’Osservatorio nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) confermano che le associazioni di penicilline, seguite da amoxicillina+acido clavulanico e macrolidi e lincosamidi sono le categorie di antibiotici maggiormente impiegate in Italia.

Inoltre il Rapporto OsMed ha evidenziato consumi maggiori di antibiotici nelle Regioni del Sud italia (in particolare Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), mentre i consumi più bassi si registrano nella P.A. di Bolzano, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto, in assenza quindi di mutamenti epidemiologici che possano giustificare il differente ricorso a questa categoria di farmaci.  Ciò prefigura un gap informativo che porta ad una percezione dell’uso dell’antibiotico difforme dalle sue reali indicazioni e ad una prescrizione per la cura di patologie (come raffreddori o influenze) per le quali non è efficace, a volte sostenuta anche da forme di direct marketing del cittadino nei confronti del proprio medico curante. Laddove, invece, le informazioni disponibili sono autorevoli e corrette i risultati cominciano a vedersi. Le campagne AIFA per l’uso appropriato degli antibiotici, rivolte agli operatori sanitari e ai cittadini, hanno fatto registrare una diminuzione (seppur lieve) dei consumi e della spesa per questa categoria di medicinali, con conseguente miglioramento sia dal punto di vista della tutela della salute pubblica che di risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale.

Per maggiori informazioni vedi anche:

L'uso dei farmaci in Italia - Rapporto OsMed 2013
Lo studio pubblicato da Jakob Holstiege e colleghi su BMC Pediatrics


Pubblicato il: 25 agosto 2014

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