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Ricerca italo-americana: se il medico è empatico, il paziente sta meglio
I pazienti seguiti da operatori più empatici hanno risultati migliori e meno complicanze: è quanto emerge da un maxi-studio portato avanti da ricercatori italiani e americani.
Condotta da un team della Thomas Jefferson University (Usa) e dai colleghi italiani della Asl di Parma, la ricerca ha infatti valutato le relazioni tra empatia del medico ed esiti clinici in 20.961 pazienti diabetici. È stata pubblicata su “Academic Medicine” ed è il follow-up di un piccolo studio americano, pubblicato sulla stessa rivista nel marzo 2011. “Questo nuovo, grande studio di ricerca ha confermato che una relazione medico-paziente empatica è un fattore importante per risultati positivi", spiega Mohammadreza Hojat, che firma la ricerca insieme a Stefano Del Canale dell'Asl di Parma e altri colleghi italiani e americani. "Rispetto al nostro primo studio, questo include un numero molto maggiore di pazienti e medici", con una mole di dati che "permetterà di generalizzare i risultati nelle diverse culture, e nei diversi sistemi sanitari". I pazienti monitorati nella ricerca facevano parte di una popolazione di oltre 284.000 adulti nel bacino dell'Autorità sanitaria locale di Parma, seguiti da 242 medici di medicina generale.
I ricercatori hanno usato la Jefferson Scale of Empathy (Jse) per misurare l'empatia nel contesto della formazione medica e della cura del paziente. La scala comprende 20 elementi e tutti i medici hanno completato il test. Nello studio del 2011, inoltre, per misurare quanto l'empatia del dottore avesse influenzato gli esiti del trattamento, i ricercatori hanno utilizzato i risultati di due esami medici, il test emoglobina A1c e i livelli di colesterolo, trovando un'associazione diretta tra un punteggio più alto del Jse da parte del medico e un migliore controllo di emoglobina A1c e colesterolo nei rispettivi pazienti. Ora i ricercatori hanno cercato un altro risultato tangibile: la presenza di complicanze metaboliche acute tra i diabetici. Problemi gravi, che hanno portato questi ultimi in ospedale nel corso di un anno (2009). Un totale di 123 pazienti sono stati ricoverati in ospedale a causa delle complicanze metaboliche acute nell'anno in esame. I risultati hanno mostrato che i medici del gruppo più empatico hanno totalizzato un tasso inferiore di pazienti con complicanze metaboliche acute. Ad esempio, i dottori con i livelli più elevati nella classifica dell'empatia hanno avuto 29 (su 7.224) pazienti ricoverati in ospedale, contro i 42 (su 6.434) dei colleghi con i punteggi più bassi.
"I risultati di questo studio hanno confermato la nostra ipotesi che l'empatia del medico, misurata con uno strumento validato, è significativamente associata con l'incidenza di gravi complicanze metaboliche nei pazienti diabetici", conclude Hojat.
Leggi lo studio sul sito dell'Academic Medicine
Pubblicato il: 25 settembre 2012