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Secondo uno studio il cervello umano conserva i ricordi recenti cellula per cellula

I risultati di uno studio pubblicato su PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences, chiariscono ulteriormente la base neurale della memoria umana e potrebbero, in ultima analisi, far luce sui nuovi trattamenti per le malattie che la colpiscono, come il morbo di Alzheimer e l'epilessia.

Secondo i ricercatori del Dignity Health Barrow Neurological Institute di Phoenix - Arizona e della University of California - San Diego School of Medicine, infatti, il cervello umano blocca i ricordi episodici nell'ippocampo, impegnando ogni ricordo in una diversa frazione di cellule singole.

Lo studio è stato effettuato su nove soggetti affetti da epilessia sottoposti a monitoraggio intracranico. I pazienti hanno memorizzato una lista di parole sullo schermo di un computer, in seguito gli è stata sottoposta una seconda lista più lunga, che conteneva le stesse parole della prima lista più altre; sono stati poi invitati a identificare le parole che avevano visto in precedenza e a indicare in che misura le ricordassero. La differenza osservata nell’attività di attivazione delle cellule (“cell-firing”) tra le parole viste nel primo elenco e quelle non in lista indicava che le cellule nell'ippocampo stavano rappresentando i ricordi delle parole.

I ricercatori hanno scoperto che le parole visualizzate più recentemente sono state immagazzinate in modo distribuito in tutto l'ippocampo, con una piccola frazione di cellule, circa il 2%, che rispondeva a qualsiasi parola e una piccola frazione di parole, circa il 3%, che produceva una forte variazione nell’attività di attivazione di queste cellule.

"Per capire veramente come il cervello rappresenta la memoria, dobbiamo capire come la memoria è rappresentata dalle unità fondamentali di calcolo del cervello, i singoli neuroni, e le loro reti", ha dichiarato Peter N. Steinmetz, direttore del programma di neuroingegneria del Dignity Health Barrow Neurological Institute e autore senior dello studio. "Conoscere il meccanismo della memoria e il recupero è un passo fondamentale per capire come trattare meglio le malattie che provocano demenza e che colpiscono la popolazione anziana".

Gli scienziati autori dello studio hanno come obiettivo quello di comprendere appieno come il cervello umano forma e rappresenta i ricordi di luoghi e cose nella vita di tutti i giorni, quali cellule sono coinvolte e come queste cellule sono colpite da malattie. I ricercatori tenteranno in seguito di determinare se una codifica simile è coinvolta nei ricordi di immagini di persone e punti di riferimento e come le cellule dell'ippocampo che rappresentano la memoria sono influenzate nei pazienti con le forme più gravi di epilessia.

Leggi l’abstract dello studio su PNAS


Pubblicato il: 19 giugno 2014

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