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Valproato e gravidanza: aggiornata scheda tecnica su farmaciegravidanza.gov.it

L’acido valproico o valproato è un anticonvulsivante utilizzato nel trattamento dei disordini bipolari e dell'epilessia. Ha un’emivita di eliminazione di circa 6-18 ore, passa la barriera placentare e la sua concentrazione plasmatica fetale è maggiore di quella materna. In gravidanza la clearance dell’Acido Valproico aumenta. La terapia con Acido Valproico è sconsigliata, se clinicamente possibile, in donne in età fertile e in gravidanza per l'associato rischio malformativo e di anomalie dello sviluppo neuro-comportamentale.

Studi su ampi campioni di donne che hanno assunto Acido Valproico nei primi tre mesi di gravidanza segnalano malformazioni congenite in una proporzione variabile tra il 6 e il 18% dei nati esposti; il rischio malformativo è dose (>700-1000 mg/die) e tempo dipendente.

Studi epidemiologici caso-controllo e di coorte hanno evidenziato che donne (in prevalenza affette da epilessia) trattate con Acido Valproico nel primo trimestre di gravidanza hanno un rischio aumentato di avere figli affetti da spina bifida, in alcuni casi associata ad idrocefalo; più rara è l’anencefalia. La frequenza di spina bifida (in particolare mielomeningocele lombare e/o sacrale) in seguito ad assunzione di Acido Valproico è stata stimata di 1,5-2 per cento, superiore a quella della popolazione generale che in Italia è circa 0,5-0.6 per mille.

Per esposizione nel primo trimestre di gravidanza (in monoterapia e/o in associazione ad altri farmaci anti-epilettici), sono state descritte diverse malformazioni congenite, tra cui microcefalia, craniosinostosi, dismorfismo facciale, palatoschisi, anomalie oculari, cardiache (in particolare difetti settali), renali, degli arti (polidattilia, aplasia del radio), ipospadia, onfalocele e rallentata crescita fetale.

Il rischio per i difetti del tubo neurale e altre malformazioni aumenta in caso di politerapia e può essere prevenuto, almeno in parte, con assunzione di acido folico in epoca preconcezionale (5 mg/die almeno 1-3 mesi prima del concepimento) ed in gravidanza.

Nei neonati esposti ad Acido Valproico, soprattutto nel terzo trimestre, sono riportate alterazioni dell’emostasi (piastrine e fibrinogeno), ipoglicemia transitoria, e distress perinatale.

Studi a lungo termine su bambini esposti in gravidanza ad Acido Valproico segnalano un significativo aumento del rischio di alterazione dello sviluppo psico-motorio e neuro-comportamentale, disturbi della sfera cognitiva, deficit dell’attenzione/iperattività, disturbi del linguaggio, autismo e disordini dello spettro autistico. Tali dati necessitano di ulteriori studi di conferma mediante studi prospettici su più ampi campioni.

Il valproato passa nel latte materno e vi sono limitati dati riportati in letteratura riguardo l’allattamento al seno. È pertanto indicato un accurato monitoraggio pediatrico.

Per maggiori informazioni si riporta la pagina di approfondimento sul valproato dell'EMA, la Nota Informativa Importante AIFA e successive comunicazioni.

Leggi la scheda su Acido valproico in gravidanza


Pubblicato il: 17 marzo 2016

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