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L’OMS accende i riflettori sui problemi legati alla mancata vaccinazione

Un bambino su 5 non riceve le vaccinazioni salvavita, che potrebbero evitare 1,5 milioni di morti l'anno causate da malattie prevenibili.

A evidenziarlo è stata l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in occasione della Settimana mondiale delle vaccinazioni che, oltre a ricordare l’importanza di un profondo impegno a livello politico, professionale e personale da parte di tutti i Governi del mondo al fine di assicurare la disponibilità dei vaccini su tutti i territori nazionali.

L’OMS ha sottolineato anche l’aspetto economico-sociale che, con adeguate politiche di vaccinazione, potrebbe portare a significativi ritorni dati dall’immunizzazione non solo per quanto riguarda la salute dei bambini e la mortalità infantile, ma anche per la riduzione della povertà, l’equità, la produzione, l’istruzione e il rafforzamento dei sistemi sanitari nel loro complesso.

Close the immunization gap” è lo slogan della campagna: un invito a colmare il divario di immunizzazione, volto a comunicare l’urgenza di raggiungere l'equità nei livelli di immunizzazione, come già indicato nel Piano d’Azione Globale per i Vaccini (Global Vaccine Action Plan – GVAP).

Nel 2013, circa 22 milioni di bambini, molti dei quali vivono nei Paesi più poveri del mondo, per motivi che spaziano dall’inadeguata fornitura di vaccini, alla mancanza di accesso ai servizi e di informazione e, in alcuni casi, all’insufficiente supporto politico-finanziario, non hanno ricevuto le 3 dosi del vaccino contro difterite, tetano e pertosse.

L’OMS evidenzia questo dato allarmante ed accende i riflettori sulla necessità di un maggiore impegno da parte di tutti i Governi del mondo al fine di eliminiare disabilità e decessi evitabili.

Come detto sopra, la copertura vaccinale era uno degli obiettivi principali del Piano globale di azione per i vaccini (Gvap) che nel 2012 era stato avallato da tutti i Paesi (194), con la speranza di garantire l’assistenza universale dei vaccini salvavita entro il 2020.

Tuttavia, gli ultimi dati non sono incoraggianti e non rispecchiano quelle che erano le intenzioni iniziali del Piano, rimaste appunto solo intenzioni.

La realtà mostra che solo uno tra i 6 obiettivi vaccinali stabiliti per il 2015 è stato raggiunto: l'introduzione dei vaccini sotto utilizzati.
Ma diamo ancora dei numeri di contesto francamente preoccupanti:

  • in 65 Paesi è ancora lontano l'obiettivo di una copertura vaccinale al 90% contro difterite, tetano e pertosse per il 2015;
  • in 3 Paesi la polio rimane endemica;
  • in 24 paesi si è indietro per l'eliminazione del tetano materno e neonatale;
  • il 16% dei bambini non è immunizzato contro il morbillo;
  • metà dei bambini non viene vaccinato contro la rosolia.

"E 'fondamentale che la comunità globale faccia ora uno sforzo collettivo e coeso per raggiungere e pienamente soddisfare i sei obbiettivi del Piano." Queste le parole a commento dei  dati sopra esposti emersi durante la Settimana mondiale delle Vaccinazioni del Vice Direttore Generale dell’OMS per la Famiglia e la salute delle donne e dei bambini, la Dott.ssa Flavia Bustreo.
 “Close the immunization gap”: questo lo slogan che fa da cornice e da filo conduttore nei ragionamenti e nelle proposte  emerse  durante la Settimana delle vaccinazioni.

Fondamentalmente, lo slogan è un rafforzativo di quello che il Gvap ha raccomandato nel suo Piano e che è stato ripreso durante gli incontri e le discussioni che qui sintetizziamo in tre punti:

1.    integrare i servizi vaccinali con gli altri servizi di salute come le cure post natali per madri e bambini;
2.    rafforzare i sistemi sanitari in modo da poter continuare a vaccinare anche in periodi di crisi;
3.    assicurare che ognuno possa accedere e pagare i vaccini.

Il problema dell’equità nei livelli di immunizzazione è oramai sotto gli occhi di tutti ed il problema principale è che manca un approccio centralizzato al problema, approccio che sia in grado di garantire che i  vaccini vengano consegnati e somministrati ai bambini. Da parte sua l’OMS  si adopererà per aumentare il suo sostegno a tutti i paesi in ritardo di sviluppo nel raggiungimento degli obiettivi di immunizzazione”.
Queste le parole del  Dott.  Jean-Marie Okwo-bele, Direttore del’Ufficio  Immunizzazione, vaccini e prodotti biologici presso l'OMS.

Che continua affermando che “ciò che serve è un vero sforzo concertato e molto più senso di responsabilità in modo che ognuno dei giocatori coinvolti in questa delicata partita contribuisca con modalità operative  a colmare il divario di immunizzazione e ad evitare allarmismi e disinformazione sul tema".

L’Agenzia Italiana del Farmaco è da sempre attenta su queste tematiche e già da tempo con i suoi massimi rappresentanti si è espressa più volte sull’importanza delle pratiche di immunizzazione, sul contrasto alla disinformazione e sulla necessità di cooperazione a tutti i livelli.

Sul primo tema, quello dell’’immunizzazione e della ricerca, il Direttore Generale, Luca Pani, ha sottolineato che “la vaccinazione è anzitutto un concetto, una battaglia tra idee. È necessario sostenere l’idea della vaccinazione, sulla base delle evidenze e con la capacità di comunicare contenuti scientifici a una platea ampia e non necessariamente preparata, contrastando la disinformazione”.

Secondo Pani i vaccini “sono al centro di un sistema di collaborazione tra stakeholders, pazienti ,proseguendo con gli operatori della salute, il mondo accademico e regolatorio, i soggetti pagatori e l’industria. Un equilibrio virtuoso di fondamentale importanza per la salute pubblica”.

Infine, concludiamo ricordando che, non a caso, il nostro Paese è stato scelto come paese guida per le strategie di immunizzazione a livello mondiale nell'ambito della Global Health Security Agenda (GHSA),confermando la tradizione che ci vede all'avanguardia nel mondo grazie all'unitarietà del nostro sistema vaccinale.

Per maggiori informazioni leggi la notizia nel sito dell’OMS


Pubblicato il: 04 maggio 2015

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