Rischio di insufficienza cardiaca dopo polmonite acquisita in comunità: uno studio su BMJ - Rischio di insufficienza cardiaca dopo polmonite acquisita in comunità: uno studio su BMJ
Rischio di insufficienza cardiaca dopo polmonite acquisita in comunità: uno studio su BMJ
I pazienti con polmonite acquisita in comunità presentano un rischio maggiore di sviluppare in futuro un’insufficienza cardiaca secondo quanto è emerso da uno studio di coorte controllato prospettico con 10 anni di follow-up, condotto da un team di ricercatori di due università canadesi, i cui risultati sono stati presentati su The British Medical Journal (BMJ).
Lo studio è stato condotto prendendo in considerazione i dati provenienti da sei ospedali e sette dipartimenti di emergenza a Edmonton, Alberta, Canada, tra il 2000 e il 2002. Sono stati reclutati prospetticamente 4988 adulti con polmonite acquisita in comunità e nessuna storia di insufficienza cardiaca. Ciascun partecipante è stato abbinato per età, sesso e setting del trattamento (ospedaliero o ambulatoriale) a un massimo di cinque adulti senza polmonite (controlli) o insufficienza cardiaca prevalente (n = 23060).
Gli outcome principali erano il rischio di ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca incidente o un endpoint combinato di insufficienza cardiaca o morte fino al 2012, valutato utilizzando il modello multivariato di Cox a rischi proporzionali.
L'età media dei partecipanti era di 55 anni, il 53,1% uomini (2.6499) e il 63,4% aveva ricevuto trattamento ambulatoriale. Su una mediana di 9,9 anni (scarto interquartile 5,9-10,6), l’11,9% (n = 592) dei pazienti con polmonite è andato incontro a un’insufficienza cardiaca rispetto al 7,4% (n = 1712) dei controlli (hazard ratio aggiustata 1,61, 95% intervallo di confidenza 1,44-1,81). I pazienti di 65 anni o meno con polmonite hanno registrato l’incremento assoluto più basso (ma il rischio relativo maggiore) di insufficienza cardiaca rispetto ai controlli (4,8% contro 2,2%; hazard ratio aggiustata 1.98, 95% intervallo di confidenza 1,5-2,53), mentre i pazienti di età superiore ai 65 anni con polmonite hanno avuto il maggior incremento assoluto (ma il rischio relativo più basso) di insufficienza cardiaca (24,8% v 18,9%; hazard ratio aggiustata 1,55, 1,36-1,77). I risultati sono stati coerenti nel breve termine (90 giorni) e medio termine (un anno), sia che i pazienti fossero stati trattati in ospedale che in ambulatorio.
“I nostri risultati – concludono gli Autori – mostrano che la polmonite acquisita in comunità aumenta notevolmente il rischio di insufficienza cardiaca in tutte le fasce di età e la gravità dei casi. Ciò dovrebbe essere considerato al momento di formulare piani di assistenza post-dimissione e strategie di prevenzione”. All’interno di queste ultime – affermano i ricercatori – va considerato il ricorso a vaccinazioni pneumococciche e contro l’influenza stagionale specie per quei pazienti a maggiore rischio di polmonite e di malattia cardiovascolare (anziani, fumatori ecc.). Una particolare attenzione andrebbe posta inoltre – concludono gli Autori – nel valutare gli episodi successivi di dispnea, che potrebbero non essere legati a un’altra infezione del tratto respiratorio ma piuttosto all’insorgenza di una insufficienza cardiaca.
Pubblicato il: 15 febbraio 2017