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Studio su Blood dimostra uso sicuro di anticoagulante nei pazienti con metastasi cerebrali - Studio su Blood dimostra uso sicuro di anticoagulante nei pazienti con metastasi cerebrali

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Studio su Blood dimostra uso sicuro di anticoagulante nei pazienti con metastasi cerebrali

Ai malati di cancro con metastasi cerebrali che sviluppano la tromboembolia venosa può essere somministrata tranquillamente la terapia anticoagulante senza un aumento del rischio di emorragia intracranica, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Blood.

Un’emorragia intracranica significativa si verifica in una percentuale compresa tra il 20% e il 50% dei pazienti con tumori cerebrali metastatici. Nel nuovo studio, Jeffrey Zwicker e colleghi hanno arruolato 293 pazienti con metastasi cerebrali a cui è stata somministrata una terapia anticoagulante con enoxaparina, una eparina a basso peso molecolare.

Zwicker ed i suoi colleghi hanno valutato pazienti con metastasi cerebrali per determinare se la somministrazione di enoxaparina terapeutica sia associata ad un aumentato rischio di emorragia.

Dei 293 pazienti con metastasi cerebrali confermate coinvolti nello studio di coorte con controllo (control-matched cohort study), 104 pazienti sono stati trattati con enoxaparina e 189 sono stati assegnati al gruppo di controllo.

I sottogruppi di cancro predominanti nello studio erano tumore non a piccole cellule del polmone, seguito dal cancro al seno, carcinoma renale e melanoma.

L’uso di acidoacetilsalicilico è risultato significativamente più basso nel gruppo enoxaparina rispetto al gruppo di controllo (4,8% vs 15,3%; P = .007). Ciò è "presumibilmente dovuto alla cautela del prescritttore nella somministrazione della doppia terapia antitrombotica (aspirina e anticoagulante)" affermano gli autori.

Il trattamento con enoxaparina variava, con 76 pazienti (73,1%) trattati con enoxaparina 1 mg/kg due volte al giorno, 17 (16,3%) che hanno ricevuto 1,5 mg/kg una volta al giorno, e 11 (10,6%) con trombocitopenia o insufficienza renale a cui è stata somministrata una dose ridotta.

In 88 pazienti (84,6%), il trattamento con enoxaparina è stato avviata dopo la diagnosi di metastasi cerebrali.

Il tasso di emorragia intracranica significativa non differiva tra i due gruppi.

Ad 1 anno, l'incidenza cumulativa di emorragia intracranica misurabile è stata del 19% nel gruppo enoxaparina e del 21% nel gruppo di controllo (hazard ratio [HR], 1.02; P = .97), e la maggior parte delle emorragie erano sintomatiche in entrambi i gruppi. Inoltre, l'incidenza cumulativa di emorragia intracranica totale era 44% nel gruppo enoxaparina e 37% nel gruppo di controllo (P = .13).

Per i pazienti che hanno sperimentato un'emorragia significativa, l'intervento neurochirurgico è stato richiesto più spesso nel gruppo enoxaparina rispetto al gruppo di controllo (25,0% vs 15,8%).

Il rischio di emorragia intracranica è stato quattro volte superiore nei 60 pazienti con melanoma o carcinoma a cellule renali rispetto ai 153 affetti da tumore del polmone (HR aggiustato, 3.98; P <.001).

Leggi l’abstract dello studio


Pubblicato il: 29 maggio 2015

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